È stata l’esperienza più intensa e significativa che ho ideato e coordinato per Economy of Francesco: il progetto Steps for Peace. Il 25 settembre ho presentato questo progetto a Papa Francesco e ho avuto l’opportunità di condividere con lui ciò che abbiamo realizzato e quello che speriamo di costruire in futuro. È stata un’emozione unica, un incontro che mi ha riempito di speranza e motivazione per continuare su questo cammino.
Steps for Peace è nato proprio dal Suo invito a costruire “un’economia del cammino”, un’economia che, come ho detto quel giorno, “è sempre un’economia di pace: il cammino apre all’incontro e alla fiducia. Quando la terra che calpesti non è la tua, ma bene comune a tanti, ogni persona che incontri sulla strada non è mai un nemico. Non c’è guerra in cammino.”
Dove abbiamo camminato
Camminare per la pace non è solo un gesto simbolico, ma un atto concreto di trasformazione. Abbiamo percorso migliaia di chilometri in tutto il mondo, coinvolgendo persone di tutte le età e da ogni angolo del pianeta: dal Bangladesh al Messico, dall’Haiti alla Polonia, fino a Vietnam, Brasile, Uganda, Canada e tanti altri Paesi. In totale, con oltre duemila partecipanti, abbiamo raccolto quattordici milioni di passi, gli stessi che dovette percorrere San Francesco d’Assisi per raggiungere il Sultano d’Egitto nel tentativo di costruire la pace in un’epoca segnata da guerre profonde.
Al termine di ognuno degli oltre duecento cammini Steps for Peace, sono stati promossi momenti di riflessione sui temi dell’economia disarmata, confrontandoci su come un’economia di pace non possa prescindere dal dialogo, dalla sostenibilità e dal rispetto per l’altro e per la natura. Camminando abbiamo imparato a sentire il grido di aiuto della natura. Con noi hanno camminato quasi duemila persone, anche anziani e bambini!
Tre nodi per la pace
Ma non ci fermiamo qui. Il nostro sogno è continuare a camminare, e il prossimo obiettivo è carico di simbolismo e speranza: la Terra Santa. Vogliamo metterci in cammino verso Gerusalemme e Betlemme, luoghi di conflitto ma anche di dialogo e spiritualità. Lì, con i giovani israeliani e palestinesi, vogliamo inginocchiarci e, insieme, supplicare la pace. In questa occasione speciale, abbiamo un gesto simbolico che rappresenta il nostro impegno: una corda che ci siamo passati, in staffetta, durante tutti i nostri cammini. Su questa corda vorremmo stringere tre nodi, per ribadire ciò che crediamo sia l’essenza di un’economia di pace: un’economia con i poveri, casta nei confronti del creato, e obbediente, cioè in ascolto del bene dell’uomo.
Il primo nodo di questa corda abbiamo chiesto di stringerlo proprio insieme a Papa Francesco. E lui, con il cuore aperto e disponibile, ha accettato.
La strada che ci attende è lunga, ma sappiamo che il cammino è già di per sé un atto di costruzione. Anche quando le guerre sembrano troppo grandi, non riusciamo a capirle, ci sentiamo impotenti, c’è sempre qualcosa che possiamo fare: metterci in cammino, insieme, e andare a chiedere la pace. Questo è lo spirito che muove Steps for Peace.
Ogni passo che abbiamo fatto e che faremo in futuro ci ricorda che costruire un’economia di pace significa prima di tutto uscire dalle nostre zone di comfort, lasciare il terreno sicuro e aprirci all’incontro con l’altro. Solo così possiamo riconoscere che non siamo soli in questo cammino, e che la vera pace si costruisce insieme, passo dopo passo.
Perché ha funzionato?
Ritengo che il successo del tutto inatteso di questa semplice iniziativa possa offrire suggerimenti utili per i nostri progetti. La cosa che più ci ha sorpreso è che la maggior parte dei giovani che ha promosso cammini Steps for peace nel mondo non era mai entrata in contatto prima con Economy of Francesco.
Secondo me i punti vincenti sono stati essenzialmente tre:
- 1. Regole di ingaggio semplici
organizza un cammino con i tuoi amici; portate con voi una corda; al termine del cammino fermatevi a leggere e commentare insieme un testo sull’economia di pace.
- 2. Abilitare alla complessità
le guerre contemporanee sono difficili da capire, da seguire, generano frustrazione e paura… ma anche davanti alla complessità c’è una cosa che puoi fare per la pace: camminare insieme. E poi scoprire, al termine del cammino, che le nostre scelte economiche di tutti i giorni possono contribuire a disegnare un mondo diverso. La pace mi riguarda
- 3. Un impegno “on demand”
Ma in connessione con altre migliaia di persone. Decidi tu quando camminare, con chi, dove e quanti passi donare. La possibilità di un impegno che propone in modo chiaro sia l’inizio che la fine dell’ingaggio, secondo me ha permesso di coinvolgere tanti giovani che si sentono refrattari a impegni che li tengano legati a lungo termine. Ma non per questo sono meno desiderosi di contribuire al bene comune, hanno solo bisogno di proposte diverse, su misura per loro.
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